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le Fortificazioni Costiere

Le Fortificazioni costiere della Maremma Grossetana furono costruite, a partire dal IX-X secolo, per poter difendere l'intero litorale dell'attuale provincia di Grosseto. Le prime fortificazioni furono costruite dai Pisani, dai Senesi e dalla famiglia Aldobrandeschi (a capo dei territori della Contea di Sovana e della Contea di Santa Fiora), in posizioni strategiche per svolgere funzioni divensive ed offensive, o semplici attività di avvistamento, al fine di prevenire possibili incursioni piratesche. Dal Cinquecento in poi, furono realizzate nuove torri e fortificazioni, con l'intento di migliorare ulteriormente il preesistente sistema difensivo. Proprio in quest'epoca, l'attuale territorio costiero della provincia di Grosseto si ritrovò suddiviso in tre distinti stati: l'estremità settentrionale apparteneva al Principato di Piombino, l'area meridionale che comprendeva gli attuali comuni di Orbetello e Monte Argentario allo Stato dei Presidi, mentre tutto il rimanente territorio era amministrato dal Granducato di Toscana. Tra la seconda metà del Cinquecento e il secolo successivo, fu notevolmente implementato dagli Spagnoli il sistema difensivo costiero dello Stato dei Presidi, con la riqualificazione delle preesistenti strutture e la costruzione di numerose nuove fortificazioni.

la Torre del Lazzaretto

La Torre del Lazzaretto si trova lungo la costa orientale dell'Isola del Giglio, in una posizione a picco sul mare. La torre costiera fu fatta costruire da Cosimo I de' Medici nella seconda metà del Cinquecento, su progetto dell'ingegnere militare Alessandro Pieroni, con lo scopo di proteggere ulteriormente la costa orientale dell'isola da eventuali incursioni piratesche. I lavori di completamento della struttura difensiva costiera si protrassero tuttavia per vari decenni, venendo ultimati soltanto nel 1624. Nel corso del secolo successivo vi fu costruito anche il lazzaretto, struttura per la messa in quarantena dei viaggiatori provenienti da zone a rischio di epidemie; tutto ciò ha conferito alla struttura l'attuale denominazione. Tra la fine del Settecento e gli inizi dell'Ottocento furono gradualmente dismessi sia la torre di guardia che il lazzaretto. Divenuta di proprietà demaniale dopo l'Unità d'Italia, fu venduta a privati soltanto verso la fine dell'Ottocento dopo vari tentativi andati a vuoto. Durante il secolo scorso, la stuttura originaria è stata inglobata nell'area di un complesso privato, rimanendo parzialmente addossata sul lato rivolto verso terra ad edifici posticci di tipo abitativo. La Torre del Lazzaretto si presenta a sezione quadrangolare, con basamento a scarpa cordonato su cui trova appoggio la parte rialzata dell'edificio turriforme. La particolarità della struttura architettonica è l'arrotondamento degli angoli che mettono in continuità le pareti dei lati contigui. Le strutture murarie esterne sono completamente intonacate, con alcune feritoie e finestre quadrangolari di dimensioni diverse che si aprono ad altezze diverse. La parte alta, completamente rifatta, culmina con un tetto di copertura a quattro fornici, che ha sostituito l'originaria terrazza sommitale, delimitata da parapetti, dalla quale le sentinelle effettuavano gli avvistamenti ed emettevano segnali luminosi in caso di allarme.

la Torre del Saraceno

La Torre del Saraceno, nota anche come Torre del Porto, si trova lungo la costa orientale dell'Isola del Giglio, nel cuore della località di Giglio Porto. L'attuale denominazione è stata conferita a seguito di una violenta incursione di una flotta di pirati saraceni, che danneggiò gravemente l'originaria struttura. La torre costiera, costruita in epoca medievale, era originariamente un possedimento dell'Abbazia delle Tre Fontane di Roma, per poi passare agli Aldobrandeschi con l'inizio del loro controllo dell'isola. Durante la dominazione pisana, la fortificazione andò probabilmente incontro ad un periodo di abbandono e di degrado che ebbe termine con l'annessione dell'Isola del Giglio al Granducato di Toscana. I Medici fecero eseguire vari interventi di recupero a partire dalla seconda metà del Quattrocento, ma i più importanti di essi furono effettuati attorno alla metà del secolo successivo per volere di Cosimo I de' Medici. Tuttavia, negli anni successivi, la torre fu bersaglio di numerosi tentativi di assalto, durante uno dei quali venne gravemente danneggiata dai pirati, richiedendo un profondo intervento di ricostruzione verso la fine del Cinquecento, quando la struttura architettonica militare fu ulteriormente fortificata da un rivellino esterno e da altri elementi difensivi. Ulteriori interventi di ristrutturazione vennero effettuati nel Settecento e all'inizio del secolo scorso: tra di essi ci fu la definitiva dismissione della torre dalle originarie funzioni militari a seguito dell'Unità d'Italia. La Torre del Saraceno si trova su una scogliera in granito tra le abitazioni di Giglio Porto, in posizione dominante rispetto al vicino porto. La torre si presenta a pianta circolare, poggiante su un basamento a scarpa cordonato, con pareti rivestite in blocchi di pietra. La parte sommitale, modificata dagli ultimi interventi di restauro, è caratterizzata da una terrazza delimitata da un robusto parapetto che poggia su una serie di mensole che delimitano, a loro volta, altrettanti archetti ciechi. Lungo le pareti esterne si aprono ad altezze diverse varie feritoie e finestrelle di forma quadrangolare, soprattutto nella parte alta dell'edificio turriforme, ove erano collocate le cannoniere per svolgere le funzioni di attacco e di difesa attiva. Al primo piano rialzato sopra il basamento a scarpa vi è quella che in passato costituiva la porta d'accesso alla struttura difensiva, a cui si giungeva attraverso una rampa di scale esterna che culminava con un ponte levatoio. Su un lato, la torre è addossata ad altre strutture murarie in pietra che costituiscono i resti del rivellino.

la Torre del Campese

La Torre del Campese si trova su uno scoglio che delimita a nord l'omonima spiaggia dell'Isola del Giglio e il piccolo porto di Giglio Campese. La torre costiera fu fatta costruire verso la metà del Cinquecento da Cosimo I de' Medici. La costruzione svolgeva funzioni di avvistamento, di difesa ed offesa, con lo scopo di proteggere la costa occidentale dell'isola da eventuali incursioni piratesche. Nel 1700 la torre fu completamente ristrutturata e potenziata da Cosimo III de' Medici, per controllare una secca corallina scoperta pochi anni primi sui fondali al largo della costa occidentale dell'Isola del Giglio; tra i nuovi edifici realizzati ci fu la capella gentilizia ed alcuni annessi che davano alloggio alle sentinelle. Nonostante i lavori di riqualificazione effettuati, la torre fu spesso un obiettivo di incursioni piratesche tra il 1753 e il 1799, pur riuscendo sempre a resistere in modo efficace. In epoca ottocentesca iniziò la graduale dismissione delle funzioni militari a cui era adibita la torre, fino alla sua completa e definitiva chiusura avvenuta dopo l'Unità d'Italia. In seguito fu venduta a privati e trasformata in una residenza abitativa. Ospitò, tra gli altri, l'eccentrico capitano genovese Enrico Alberto d'Albertis. La Torre del Campese si presenta a pianta circolare, poggiante su un possente basamento a scarpa cordonato, su cui poggia la parte superiore dell'edificio turriforme; nella parte interna del basamento si trova un'ampia cisterna per la raccolta dell'acqua. Una rampa di scale esterna con piccolo ponte in muratura, che ha sostituito l'originario ponte levatoio in legno, conduce alla porta d'ingresso che si apre al piano rialzato. Nell'insieme, la torre si sviluppa su tre livelli, con la parte sommitale leggermente sporgente che culmina con un tetto di copertura. Lungo le pareti esterne si aprono numerose finestrelle quadrangolari e feritoie, maggiormente concentrate nella parte alta della struttura turriforme: in passato vi si trovavano le cannoniere con funzioni di attacco e di difesa attiva. Le strutture murarie, che esternamente si presentano rivestite in intonaco, si caratterizzano per uno spessore che in alcuni punti supera i due metri e mezzo. Attorno alla torre, l'area è circondata da una serie di cortine murarie con basamenti a scarpa, ove sono presenti alcuni posti di guardia a sezione circolare con copertura a cupola; tra gli edifici annessi risalenti all'epoca settecentesca vi sono i fabbricati che ospitavano gli alloggi delle sentinelle, le troniere e la cappella.

la Fortezza Spagnola di Porto Santo Stefano

La Fortezza Spagnola è un'imponente fortificazione costiera situata in posizione dominante all'interno dell'abitato di Porto Santo Stefano, frazione del comune di Monte Argentario. Il complesso venne costruito dagli Spagnoli tra la fine del Cinquecento e gli inizi del Seicento, dopo che Porto Santo Stefano entrò a far parte dello Stato dei Presidi. Il luogo scelto per la costruzione della struttura fortificata difensiva era già stato scelto dai Senesi per la realizzazione della Torre di Santo Stefano durante il periodo quattrocentesco. Della preesistente torre furono utilizzati alcuni materiali edilizi dopo la sua demolizione voluta dagli Spagnoli perché non ritenuta all'altezza del più efficiente sistema difensivo costiero in fase di realizzazione. I lavori di costruzione del complesso difensivo andarono tuttavia avanti molto a rilento, terminando soltanto nel 1636 con alcune modifiche migliorative apportate dopo l'elaborazione di un successivo progetto migliorativo dell'ingegnere militare Pedro Alvarez. La fortificazione svolse efficacemente per secoli le sue funzioni difensive, riuscendo in varie circostanze a resistere e a respingere attacchi ed incursioni nemiche provenienti dal mare. All'inizio dell'Ottocento i Francesi potenziarono la struttura difensiva per resistere ad eventuali assalti di navi britanniche durante il periodo napoleonico. In seguito, l'intero territorio entrò a far parte del Granducato di Toscana e i Lorena effettuarono alcuni interventi di restauro delle pavimentazioni. Dopo l'Unità d'Italia, la fortezza continuò a svolgere le funzioni militari divenendo un presidio strategico durante la prima guerra mondiale, mentre nel dopoguerra della seconda guerra mondiale furono aggiunti i due corpi di fabbrica sulla terrazza più elevata per ospitare temporaneamente gli uffici comunali a seguito dei pesanti bombardamenti che avevano interessato l'intero abitato. Una serie di restauri portati avanti nella seconda metà del secolo scorso hanno permesso di riportare l'intero complesso agli antichi splendori. La Fortezza Spagnola attualmente si presenta come un imponente complesso che si sviluppa a pianta quadrangolare, con imponenti basamenti a scarpa che nella parte alta culminano con un coronamento di mensole sporgenti che racchiudono altrettante caditoie, ove trova appoggio il parapetto che delimita le terrazze sommitali: tale coronamento ricorda negli elementi stilistici quello che caratterizza anche la Torre di Buranaccio. La fortificazione è costituita da due corpi di fabbrica addossati tra loro, con quello di altezza minore che si articola sul lato rivolto verso il mare. Le pareti esterne presentano alcuni tratti rivestiti in pietra (prevalentemente agli angoli) ed altri in intonaco scialbato, con numerose feritoie che si aprono a varie altezze. L'accesso al complesso avviene sul lato rivolto verso terra, ove una porta d'ingresso si apre al livello superiore, preceduta da una lunga e caratteristica rampa di scale esterna che termina con un ponte che ha sostituito il perduto ponte levatoio ligneo originario. Una serie di camminatoi, protetti da cortine murarie, collegano le varie parti della fortezza, tra i quali una serie di rampe di scale coperte che conducono alla terrazza più elevata, ove furono costruiti i due fabbricati posticci per ospitare la sede e gli uffici comunali dopo la seconda guerra mondiale. Originariamente, la parte sommitale era caratterizzata dalla presenza di una serie di garitte purtroppo perdute. Nella parte interna corrispondente al basamento a scarpa vi erano le cisterne che garantivano grandi depositi di acqua, mentre ai livelli superiori si trovavano gli spazi adibiti per gli alloggi delle sentinelle. Attualmente vi ha sede un museo ed uno spazio espositivo.(Gdm)

Torre Lividonia

La Torre di Lividonia si trova nella parte occidentale dell'abitato di Porto Santo Stefano, all'estremità nord-occidentale del promontorio dell'Argentario, lungo la strada panoramica costiera. La torre costiera fu fatta costruire dagli Spagnoli nella seconda metà del Cinquecento per implementare il sistema difensivo dello Stato dei Presidii, con funzioni di avvistamento verso nord e verso ovest. Tuttavia, il progetto per la realizzazione della torre è da attribuire all'ingegnere militare Francesco De Marchi, che ebbe l'incarico conferitogli nel 1548 dal governo della Repubblica di Siena, proprio negli ultimi anni in cui l'intero territorio era controllato dai Senesi. La fortificazione ha svolto funzioni militari fino ai primi decenni dell'Ottocento, quando è iniziata la progressiva dismissione a seguito dell'annessione dell'intero territorio al Granducato di Toscana. In epoca ottocentesca la torre subì una incursione piratesca nel 1814 e, alcuni anni dopo, ci fu un progetto per la realizzazione di un faro proprio presso la preesistente struttura difensiva costiera, che però non venne mai attuato. Nel 1867, dopo essere stata completamente dismessa dalle originarie funzioni militari, la torre fu venduta a privati e, durante il secolo scorso, si è ritrovata addossata a nuovi edifici abitativi. Recenti restauri hanno permesso di riportare la torre all'antico splendore, grazie anche all'ottimo stato di conservazione in cui si è sempre mantenuta. [modifica] Aspetto attuale La Torre di Lividonia si presenta come una struttura architettonica a pianta quadrangolare, disposta su tre livelli, con un basamento a scarpa cordonato sul quale poggia la parte superiore dell'edificio turriforme. L'originaria porta d'ingresso rettangolare modanata si apre al primo piano, sopra il cui architrave è collocato uno stemma gentilizio; alla porta si giunge attraverso una rampa di scale esterna.Le pareti esterne alternano tratti rivestiti in pietra a tratti scialbati, con una serie di feritoie che si aprono ad altezze diverse e due finestre (una per ciascun livello superiore) che si aprono sulla parete cha si affaccia in direzione del mare. La parte alta della torre risulta priva di coronamenti sommitali, con una terrazza che in passato era utilizzata dalle sentinelle per le funzioni di avvistamento; sul lato in cui si apre la porta d'ingresso era originariamente presente una caditoia, della quale rimane solo una struttura muraria sopraelevata, che garantiva maggiori condizioni di sicurezza nel controllare gli accessi alla struttura difensiva.

la Torre di Cala Grande

La Torre di Cala Grande è una torre costiera situata lungo la costa occidentale del Monte Argentario, nell'omonimo territorio comunale, presso l'omonima cala. La torre fu costruita dai Senesi in epoca rinascimentale, più precisamente nel corso del Quattrocento, con funzioni difensive e di avvistamento lungo quello che, in quell'epoca, era il tratto costiero meridionale della Repubblica di Siena. Originariamente, era denominata Torre di Poggio de' Porri. La fortificazione fu ristrutturata in epoca tardocinquecentesca dagli Spagnoli, per implementare e migliorare il sistema difensivo dello Stato dei Presidii e per proteggere le coste più occidentali dell'Argentario. In epoca settecentesca la torre venne ulteriormente armata nel 1739 e, nel 1779, con un intervento di ristrutturazione le venne conferito un aspetto maggiormente fortificato. Nel periodo ottocentesco fu costruita presso la torre la cappella della Madonna del Rosario, in seguito perduta. La torre ha svolto le proprie funzioni di avvistamento, difesa ed offesa fino alla fine dell'Ottocento quando il complesso, che nel frattempo era passato al Ministero della Difesa a seguito dell'Unità d'Italia, fu profondamente modificato e trasformato in un faro, la cui gestione fu affidata alla Marina Militare. Nella seconda metà del secolo scorso venne dismesso anche il faro, il complesso fu venduto a privati e trasformato in edificio abitativo. Aspetto attualeLa Torre di Cala Grande presenta un aspetto completamente alterato rispetto all'originario impianto tardocinquecentesco. I lavori, che hanno portato alla trasformazione del complesso da torre di avvistamento a faro, si sono svolti tra il tardo Ottocento e i primi anni del Novecento; sono risultati determinanti nel cambiamento dell'aspetto originario della struttura. Le strutture murarie che costituivano la torre si sono venuti a trovare completamente incorporate all'interno dell'attuale complesso. Restano distinguibili alcuni tratti delle originarie strutture murarie in pietra, con cordonatura che delimitava nella parte alta il basamento a scarpa, che si è conservato assieme alla caratteristica rampa di scale che conduce al piano rialzato a quella che costituiva l'unica porta di accesso alla struttura difensiva. Originariamente, la torre si presentava a sezione quadrata, priva di coronamenti sommitali.

la Torre della Cacciarella

La Torre della Cacciarella è una torre costiera situata nel comune di Monte Argentario, lungo il tratto costiero occidentale del promontorio dell'Argentario. La torre fu costruita poco dopo la metà del Cinquecento dagli Spagnoli, quando oramai l'intero territorio apparteneva allo Stato dei Presidii. Poco dopo la sua costruzione, la struttura difensiva costiera subì un tentativo di assalto condotto dal pirata Aydin Rais, che però venne contenuto dalle guarnigioni che vi prestavano servizio. La struttura conservò praticamente intatti gli originari elementi architettonici fino all'Ottocento, epoca in cui furono effettuati alcuni interventi di ristrutturazione, che culminarono nel 1825 con la costruzione di una cappella annessa e di un'altra struttura con funzioni di avvistamento. Il complesso difensivo venne abbandonato alla fine del medesimo secolo a seguito della sua dismissione. Aspetto attuale [modifica]La Torre della Cacciarella sorge in posizione dominante su un promontorio che domina l'omonima cala sottostante, all'interno di una vasta proprietà privata. La struttura difensiva costiera, parzialmente crollata a seguito del lungo periodo di degrado conseguente al suo abbandono, conserva unicamente l'originario basamento a scarpa a sezione quadrata, con mura massicce rivestite in pietra, ove si apre al pian terreno un'apertura ad arco tondo, preceduta da una coppia di gradini, che in passato costituiva un accesso secondario alla torre. L'ingresso principale si trovava infatti al piano rialzato ed era raggiungibile attraverso una perduta rampa di scale che culminava con un ponte levatoio. Attorno al rudere, sono presenti resti di cortine murarie che cingevano originariamente la torre costiera.

la Torre di Cala Moresca

La Torre di Cala Moresca è una torre costiera situata nel comune di Monte Argentario. La sua ubicazione è lungo il tratto litoraneo nord-occidentale del promontorio dell'Argentario, su un piccolo poggio che domina l'omonima cala, raggiungibile dalla strada panoramica costiera. La torre fu costruita dagli Spagnoli nella seconda metà del Cinquecento per rafforzare il sistema difensivo lungo la costa dello Stato dei Presidi. Rispetto ad altre strutture difensive presenti lungo il promontorio, per cause incerte questa torre assunse tuttavia un ruolo sempre più marginale nel corso del tempo, tanto che in alcune mappe di epoca settecentesca viene completamente omessa. Proprio sul finire di quel secolo la torre risultava già abbandonata, tanto che la cala sottostante risultò essere un punto debole durante alcune incursioni piratesche negli anni seguenti. Il rapido degrado della struttura è stato reso inesorabile anche dalla piena esposizione del luogo ai venti che hanno contribuito a determinare rapidi fenomeni erosivi delle strutture edilizie. La Torre di Cala Moresca si presenta sotto forma di ruderi, dove risulta ancora ben conservato il basamento a scarpa cordonato a pianta quadrangolare, con pareti rivestite in pietra, che nell'insieme si presenta come un imponente blocco troncopiramidale. Al di sopra il cordone che delimita in alto il basamento, rimangono solo pochissimi resti delle strutture murarie che costituivano la parte superiore della torre costiera, che originariamente si sviluppava su tre livelli con feritoie presenti a varie altezze per permettere lo svolgimento di funzioni di difesa attiva..

la Torre di Capo d'Uomo

La Torre di Capo d'Uomo è una torre costiera situata nel comune di Monte Argentario, a circa 350 metri s.l.m., sulla vetta dell'omonimo poggio, che si eleva nella parte sud-occidentale del promontorio dell'Argentario, in posizione dominante verso il mare, pressoché a metà strada tra le frazioni di Porto Santo Stefano e Porto Ercole. La torre fu costruita in epoca medievale molto probabilmente dagli Aldobrandeschi, prima che gran parte dei loro territori entrasse a far parte della Repubblica di Siena, ove venne inglobato interamente il promontorio dell'Argentario. Nella seconda metà del Cinquecento la torre divenne un riferimento fondamentale per il sistema difensivo dello Stato dei Presidi, potendo inviare segnalazioni luminose tra la Torre di Cala Piccola e la Torre della Maddalena, tra loro impossibilitate a comunicare visivamente. La torre continuò a svolgere per secoli le originarie funzioni di avvistamento a cui era adibita, venendo definitivamente dismessa soltanto in epoca ottocentesca. La sua posizione in un luogo impervio e difficilmente accessibile fece sì che non ci fosse l'interesse all'acquisto da parte di privati, e così l'antica struttura difensiva andò incontro ad un rapido degrado, favorito purtroppo anche dal luogo particolarmente esposto all'azione dei venti. La Torre di Capo d'Uomo si presenta sotto forma di ruderi ben visibili, in posizione dominante, anche in lontananza dalla strada panoramica che si snoda lungo la costa occidentale del promontorio dell'Argentario. La torre conserva l'abbozzo del basamento a scarpa a pianta quadrangolare, oltre ai resti murari in pietra delle pareti esterne che caratterizzavano la sua parte superiore; attorno ad essa vi sono i resti di un coevo edificio annesso di cui non sono tuttora note quelle che erano le sue funzioni. Dalla collina della torre il campo visivo spazia lungo tutta la costa maremmana, verso l'Isola del Giglio, Giannutri e, nelle giornate terse, è ben visibile anche la Corsica: tutto ciò, dimostra l'importanza della fortificazione nei secoli passati nello svolgimento delle funzioni di avvistamento.

la Torre delle Cannelle

La Torre delle Cannelle è una torre costiera situata a Monte Argentario, in posizione a picco sul mare lungo la sponda sud-occidentale del promontorio dell'Argentario, raggiungibile dalla strada panoramica litoranea. Costruita su progetto dell'architetto Francesco di Giorgio Martini in epoca rinascimentale, più precisamente durante il Quattrocento, la torre sorse come luogo con funzioni di avvistamento e di difesa attiva e passiva lungo il tratto litoraneo meridionale della Repubblica di Siena. La struttura difensiva costiera fu ulteriormente rafforzata dagli Spagnoli nella seconda metà del Cinquecento, con lo scopo di farla diventare uno dei punti inespugnabile all'interno del sistema difensivo costiero dello Stato dei Presidii, visto il precedente di un'incursione piratesca che ebbe come obiettivo proprio questa torre nel 1514. La torre svolse le sue funzioni militari, con compiti di difesa e di avvistamento, fino alla fine dell'Ottocento, dopo essere diventata temporaneamente un presidio napoleonico all'inizio dei quel secolo, ed essere successivamente passata al Granducato di Toscana, sotto la cui amministrazione vennero migliorate alcune strutture preesistenti. La decisione della definitiva dismissione avvenne quando oramai era già stata raggiunta l'Unità d'Italia e venne riorganizzato il sistema difensivo lungo la costa del promontorio dell'Argentario. In seguito, la torre venne venduta a privati. Aspetto attuale [modifica]La Torre delle Cannelle si presenta a pianta esagonale (unica torre costiera toscana con tale planimetria), disposta su tre livelli, poggiante su un possente ed alto basamento a scarpa cordonato. Le strutture murarie, che in alcuni punti superano lo spessore di 3 metri, si presentano esternamente prevalentemente scialbate. La parte alta presenta un tratto coronato da archetti ciechi e mensole su cui trova appoggio il muro protettivo della terrazza sommitale. Di epoca relativamente recente è il seminterrato che è stato ricavato all'interno dell'edificio turriforme, nello spazio racchiuso dal basamento a scarpa. La torre è circondata quasi interamente da un ampio fortilizio a pianta poligonale irregolare, delimitato da alte e spesse cortine murarie, sul cui lato che guarda verso terra è presente un edificio annesso che originariamente ospitava gli alloggi della guarnigione. La costruzione del fortilizio, che presenta sul lato rivolto verso terra due vertici basionati, risale agli interventi di rafforzamento effettuati dagli Spagnoli nella seconda metà del Cinquecento; di epoca successiva risulta invece il fabbricato incorporato, la cui esistenza è accertata per la prima volta attorno alla metà dell'Ottocento.

Torre Ciana

La Torre Ciana si trova all'estremità meridionale del Monte Argentario, sulle pendici di un promontorio situato alcuni chilometri a ovest rispetto alla non lontana Torre Avvoltore, raggiungibile attraverso la strada panoramica costiera. La struttura difensiva costiera fu costruita dai Senesi nel corso del Quattrocento, probabilmente su progetto di Francesco di Giorgio Martini, per rafforzare il sistema difensivo lungo il tratto litoraneo meridionale del territorio della Repubblica di Siena. La torre era stata infatti realizzata su un promontorio con funzioni di avvistamento e di difesa attiva e passiva lungo il tratto costiero meridionale dell'Argentario. Nella seconda metà del Cinquecento, la torre divenne uno dei punti di riferimento per il sistema difensivo dello Stato dei Presidii; in questo periodo la struttura venne ulteriormente fortificata dagli Spagnoli al fin di migliorarne la funzionalità. La torre subì gravi danneggiamenti a seguito di una violenta incursione piratesca avvenuta poco prima della metà del Settecento, più precisamente nel 1740. Dopo aver ripreso le sue funzioni, divenne un temporaneo presidio napoleonico agli inizi dell'Ottocento, per poi passare in seguito nel territorio amministrato dal Granducato di Toscana. Definitivamente dismessa dopo l'Unità d'Italia, nel 1877 fu venduta a privati. La Torre Ciana si presenta come una struttura architettonica a pianta circolare, disposta su tre livelli, con un possente basamento a scarpa cordonato sul quale trova appoggio la parte superiore dell'edificio turriforme. Le pareti esterne si presentano con alcuni tratti rivestiti in pietra ed altri con intonaco scialbato; in alcuni punti si aprono feritoie e piccole finestre da cui venivano svolte, in caso di necessità, le funzioni di difesa attiva. La porta di accesso è situata al piano rialzato, sopra il cordone del basamento a scarpa, ma è rimasta isolata a seguito della scomparsa dell'originaria rampa di scale esterna che vi conduceva; la parte alta, priva di coronamento, presenta i segni del degrado e dell'abbandono dell'ultimo secolo, pur essendo visibili i resti di mensole sporgenti che costituivano l'appoggio per l'originario coronamento sommitale. La torre è circondata dai resti delle cortine murarie che cingevano il fortilizio eretto dagli Spagnoli nella seconda metà del Cinquecento, dai quali è possibile identificare la pianta trapezoidale che lo caratterizzava, addossandosi con il lato corto alla parete esterna della torre rivolta verso terra.

la Torre Dell'Avvoltore

La Torre dell'Avvoltore, o più semplicemente Torre Avvoltore, si trova all'estremità sud-orientale del Monte Argentario, sulle pendici di un promontorio situato alcuni chilometri a sud-ovest di Porto Ercole, raggiungibile attraverso la strada panoramica costiera. La torre fu costruita dagli Aldobrandeschi in epoca medievale come punto strategico di avvistamento verso sud; successivamente, entrò a far parte della Repubblica di Siena continuando a svolgere le originarie funzioni. Proprio i Senesi nel 1459 ricostruirono interamente la struttura difensiva, conferendole l'attuale aspetto fortificato. Dalla seconda metà del Cinquecento la torre divenne uno dei punti di riferimento del sistema difensivo dello Stato dei Presidi; nel 1566 gli Spagnoli effettuarono una serie di lavori di riqualificazione e potenziamento del complesso, per meglio integrarlo nel più funzionale e moderno dispositivo difensivo costiero, nell'ambito del quale svolgeva efficaci funzioni di avvistamento e di segnalazione, potendo comunicare visivamente con il Forte Stella a est (la Torre dell'Acqua risultava già abbandonata) e con Torre Ciana a ovest. La torre fu gradualmente dismessa a partire dalla prima metà dell'Ottocento, dopo l'annessione del Monte Argentario al Granducato di Toscana; la sua definitiva chiusura e la vendita a privati avvenne comunque dopo l'Unità d'Italia. I restauri effettuati durante il secolo scorso hanno permesso di conservare integralmente l'antica fortificazione costiera. La Torre dell'Avvoltore si presenta come una possente struttura a pianta quadrangolare, con imponente basamento a scarpa cordonato che nell'insieme presenta una volumetria troncopiramidale su cui poggia la parte superiore dell'edificio turriforme. La porta di accesso si apre al piano rialzato, in posizione angolare destra, su uno dei lati rivolti verso terra; è raggiungibile attraverso una rampa esterna di scale, originariamente munita di ponte levatoio terminale in seguito sostituito da uno ligneo fisso. Le pareti esterne alternano alcuni tratti rivestiti in pietra ad altri con intonaco scialbato; una serie di feritoie ed alcune finestrelle quadrangolari si aprono ad altezze diverse, pur corrispondendo esternamente nell'insieme ai rispettivi livelli in cui è articolato il complesso. La parte alta è priva di coronamenti sommitali, pur essendo visibili due mensole sporgenti che interessano rispettivamente il lato orientale e quello meridionale. La torre è circondata nell'insime da una serie di alte e spesse cortine murarie di cinta, munite anch'esse di feritoie, che garantivano un ulteriore dispositivo di sicurezza alla struttura difensiva delimitandola sui tre lati rivolti verso terra. Tra le cortine murarie del fortilizio esterno e l'edificio turriforme si trova un edificio annesso, attualmente ad uso abitativo, che in passato era adibito anch'esso a funzioni militari. Il fortilizio protettivo esterno risale agli interventi di riqualificazione effettuati dagli Spagnoli nella seconda metà del Cinquecento.

la Torre dell'Argentiera

La Torre dell'Argentiera è una torre costiera situata nel comune di Monte Argentario. La sua ubicazione è nella parte settentrionale del promontorio dell'Argentario, non lontana dall'abitato di Porto Santo Stefano. La torre fu costruita in epoca medievale quando l'intero territorio era controllato dagli Aldobrandeschi. In quell'epoca l'edificio turriforme si trovava al centro di un'area racchiusa dalle cortine murarie di un fortilizio esterno. Passata successivamente alla Repubblica di Siena venne in larga parte ricostruita nel 1442, pur conservando alcuni degli elementi architettonici preesistenti. Nella seconda metà del Cinquecento, con il passaggio del Monte Argentario nello Stato dei Presidi, la fortificazione divenne un punto di avvistamento di secondaria importanza nel sistema difensivo del promontorio ideato dagli Spagnoli, tanto che in alcuni documenti e mappe risalenti al Seicento la torre viene spesso definita abbandonata oppure non viene affatto menzionata. La precoce dismissione della struttura difensiva determinò il lento ma inesorabile degrado a cui andò incontro l'intero complesso, determinando l'inevitabile perdita del fortilizio esterno nel corso del tempo; attualmente, la struttura architettonica militare è di proprietà comunale. La Torre dell'Argentiera si presenta a sezione quadrangolare, priva di basamento a scarpa, con spesse strutture murarie rivestite in pietra calcarea ove si aprono alcune feritoie ad altezze diverse; sul lato settentrionale si trovava la porta d'ingresso alla torre che risultava raggiungibile attraverso una perduta rampa di scale esterna che culminava quasi certamente con un ponte levatoio. La porta di accesso, di forma rettangolare architravata, culmina con un pregevole arco a tutto sesto di chiare origini medievali. Nel complesso, la torre si articola su tre livelli. La parte sommitale, rimasta priva di coronamento a causa del lungo degrado, presentava originariamente una merlatura sommitale che delimitava la terrazza dalla quale le sentinelle svolgevano le loro funzioni di avvistamente e di emissione di segnali luminosi in caso di pericolo, per poter comunicare con le altre torri dell'area. L'edificio turriforme è situato al centro di un'area circolare delimitata dai resti delle cortine murarie dell'antico fortilizio esterno di epoca medievale.

il Forte Stella

Il Forte Stella è una caratteristica fortificazione costiera situata nel comune di Monte Argentario. La sua ubicazione è nei pressi di Porto Ercole, su un promontorio che si eleva a ovest dell'abitato, non lontano dalla Spiaggia dello Sbarcatello. In passato, costituiva uno dei baluardi del sistema difensivo del promontorio dell'Argentario. La fortificazione venne edificata dagli Spagnoli nella seconda metà del Cinquecento, quando l'intera zona entrò a far parte dello Stato dei Presidi, all'interno del quale costituiva uno dei punti strategici dell'intero sistema difensivo, potendo comunicare visivamente con la Torre dell'Avvoltore a ovest, con la rocca aldobrandesca di Porto Ercole e addirittura con la Torre di San Pancrazio sul promontorio di Ansedonia a est. Il luogo scelto per la costruzione della struttura difensiva era quello in cui sorgeva il Forte Avvoltojo, di origini rinascimentali, che rappresentava uno dei capisaldi del preesistente sistema difensivo della parte sud-orientale del promontorio dell'Argentario: parte di esso fu incorporato nella parte centrale della nuova fortificazione, riadattandolo ad essa. I lavori di costruzione furono effettuati dopo la realizzazione del Forte Filippo e dopo la ristrutturazione e riqualificazione della più antica rocca aldobrandesca, fortificazioni entrambe situate nell'abitato di Porto Ercole. Gli Spagnoli, per la costruzione del nuovo complesso fortificato, si rivolsero a Cosimo I de' Medici che affidò la direzione dei lavori agli architetti Bernardo Buontalenti e Giovanni Camerini, che elaborarono il progetto per la struttura difensiva nel 1558; la parte centrale preesistente, di epoca rinascimentale, fu realizzata probabilmente su progetto dell'ingegnere militare Francesco di Giorgio Martini. La realizzazione dell'imponente fortificazione richiese moltissimo tempo, tanto che i due architetti incaricati del progetto direttamente da re Filippo II di Spagna non riuscirono mai a vederla terminatata. Sembra, infatti, che il completamento dell'opera si sia concluso soltanto nella seconda metà del Seicento, pur essendo stato seguito fino in fondo il progetto elaborato nel secolo precedente: in una raffigurazione del 1646 la struttura fortificata risultava ancora incompleta, apparendo ancora con una planimetria diversa da quella del progetto. Le funzioni svolte in passato dalla fortezza erano prevalentemente quelle di avvistamento, grazie alla possibilità di un'ottima osservazione lungo un tratto di costa che spazia dalla sponda meridionale dell'Argentario fino al promontorio di Capo Linaro oltre la città di Civitavecchia. La sua graduale dismissione avvenne nel corso dell'Ottocento, quanto l'intera zona passò prima temporaneamente al Granducato di Toscana e poi al Regno d'Italia. Proprio negli anni successivi all'Unità d'Italia, fu decisa la sua definitiva dismissione dalle originarie funzioni militari. Rimasta di proprietà demaniale, l'intera struttura fortificata è stata oggetto di restauri effettuati negli anni novanta del secolo scorso, che l'hanno riportata agli antichi splendori, permettendo un ottimo stato di conservazione. Nel 2004, il Forte Stella è stato lo scenario di una serie di spot pubblicitari televisivi della compagnia di telefonia mobile Tim. Il Forte Stella si presenta come un'imponente fortificazione, caratterizzata dalla presenza di due fortilizi, uno esterno ed uno interno. L'area in cui sorge il forte propriamente detto è delimitata da un fortilizio esterno che si sviluppa a forma quadrangolare, con un bastione pentagonale che racchiude ciascuno dei quattro angoli del perimetro. Le cortine murarie del fortilizio esterno, con basamento a scarpa, racchiudono l'area interna sulla quale sorge il forte propriamente detto; esternamente si articolava in passato un sistema di fossati che rendevano ancor più protetto e sicuro l'accesso al complesso. Per superare il fortilizio esterno è necessario percorrere una lunga rampa in ascesa che conduce alla porta che si apre sul lato nord-orientale della cortina muraria esterna. La porta di accesso al complesso, sovrastata da un arco a tutto sesto poggiante su due cordoni orizzontali, è preceduta da un ponte che ha sostituito in epoca moderna il perduto ponte levatoio originario. Il tratto di cortina muraria ove si apre la porta è protetta da un rivellino, realizzato soltanto nel Settecento, ove spiccano due lunghe fessure verticali affiancate da una feritoia per lato, che proteggevano ulteriormente l'ingresso al forte dando maggiori garanzie di sicurezza nel controllo degli accessi. Da segnalare, infine, la presenza di due grandi stemmi lungo il prospetto frontale. L'area racchiusa all'interno del fortilizio esterno bastionato costituisce il basamento su cui sorge il forte propriamente detto, realizzato sul preesistente Forte Avvoltojo, che si sviluppa con una caratteristica pianta stellata a sei punte, con spessissime e alte cortine murarie costituite da un possente basamento a scarpa delimitato superiormente da un marcapiano, sopra il quale poggia il parapetto, dotato di camminamento di ronda, che delimita l'ampia terrazza sommitale, originariamente usata dalle sentinelle per funzioni di avvistamento e per inviare segnalazioni luminose alle altre torri in caso di pericolo. Lungo le cortine murarie del fortilizio interno si aprono numerose feritoie, a protezione ulteriore del cuore della struttura difensiva costiera. Al vertice orientale del fortilizio interno si è conservata una delle originarie garitte con campanile a vela, che caratterizzavano originariamente ciascun vertice del forte propriamente detto. All'interno, si tengono mostre e rassegne culturali durante il periodo estivo. L'illuminazione naturale degli ambienti interni è data da un'apertura a forma esagonale che si apre al centro della terrazza sommitale.

il Forte Filippo

Il Forte Filippo è una fortificazione costiera situata nel comune di Monte Argentario, sulla vetta di un promontorio che domina da nord-est la frazione di Porto Ercole e l'intera baia del porto vecchio. Ingresso con ponte levatoioL'attuale fortificazione venne costruita dall'architetto Giovanni Camerini poco dopo la metà del Cinquecento, nel luogo dove sorgeva una struttura di avvistamento di epoca precedente, per implementare e migliorare il sistema difensivo dello Stato dei Presidi. Lo stesso architetto aveva partecipato anche alla realizzazione di altre strutture difensive della zona, tra i quali il Forte Stella. Il luogo scelto dagli Spagnoli per la costruzione del complesso difensivo era già sede del Forte Sant'Ermo, opera difensiva realizzata dai Senesi nel corso del Quattrocento per potenziare il sistema difensivo lungo il tratto litoraneo meridionale del territorio allora amministrato dalla Repubblica di Siena. Con il passaggio dell'intera zona nello Stato dei Presidi, la preesistente fortificazione senese non era ritenuta idonea per integrarsi nel nuovo sistema difensivo: fu così decisa la sua demolizione per lasciare posto all'attuale struttura fortificata che venne realizzata nel 1558. La denominazione fu scelta in onore di re Filippo II di Spagna che incaricò direttamente il Camerini di eseguire i lavori. La fortificazione alla moderna così realizzata iniziò a svolgere le sue funzioni di avvistamento e all'occorrenza anche di difesa ed offesa, con la possibilità di un'integrazione attiva con la vicina Torre del Mulinaccio; vista la sua posizione sulla vetta di un poggio impervio difficilmente raggiungibile, il complesso era ritenuto praticamente inespugnabile e, in caso di attacchi nemici, diveniva la sede dello Stato Maggiore. Bastione sud-orientaleTra la fine del Settecento e i primi anni dell'Ottocento furono effettuati vari interventi di ristrutturazione, dai Francesi durante il periodo napoleonico e dai Lorena dopo il passaggio dell'intero territorio nel Granducato di Toscana. Proprio in quest'epoca fu decisa la realizzazione della cappella di San Nicola al posto di quella preesistente tardocinquecentesca. Dopo l'Unità d'Italia il complesso fu gradualmente dismesso dalle originarie funzioni militari, per essere poi trasformato in carcere alla fine dell'Ottocento e, durante la seconda guerra mondiale, divenne luogo di rifugio per la popolazione durante i numerosi bombardamenti che colpirono la zona. Nella seconda metà del secolo scorso il complesso fu ceduto a privati, in seguito restaurato e riportato agli antichi splendori; i fabbricati situati all'interno del fortilizio, che in passato erano adibiti a funzioni militari, sono stati trasformati in edifici abitativi. Prima che venissero effettuati i definitivi interventi di ristrutturazione, il complesso appartenne anche ai principi Corsini di Firenze.

il Forte Santa Caterina

Il Forte Santa Caterina di Porto Ercole è una fortificazione costiera situata sul Monte Argentario, nei pressi dell'omonimo centro, sulle pendici di un promontorio che digrada direttamente verso il mare, dominando da est il Porto Vecchio. La fortificazione venne costruita nella prima metà del Settecento dagli Spagnoli, nel luogo in cui sorgeva, probabilmente, una preesistente struttura difensiva perduta; divenne un luogo specializzato negli attacchi contro eventuali imbarcazioni nemiche che si avvicinassero a questo tratto di costa dello Stato dei Presidi. La sua costruzione, vicino al Forte Filippo, fu voluta per il controllo dell'insenatura in cui attualmente sorge il porto di Cala Galera, una volta che venne decisa la trasformazione della non lontana Torre del Mulinaccio in un mulino a vento. Le funzioni di guardia e di offesa caratterizzarono questa struttura fino agli inizi dell'Ottocento; con l'annessione dell'intero territorio al Granducato di Toscana, la fortificazione venne progressivamente dismessa. Alla fine del secolo, la struttura svolse il ruolo di infermeria per i prigionieri che venivano detenuti al Forte Filippo. Durante il secolo scorso la fortificazione venne venduta a privati e trasformata in abitazione privata. Il Forte Santa Caterina visto dal Forte FilippoIl Forte Santa Caterina si sviluppa a pianta pentagonale irregolare, con possenti e spesse cortine murarie a scarpa, a tratti rivestite in pietra e a tratti in intonaco scialbato, che inglobano sul lato opposto al mare, una serie di fabbricati uno dei quali munito di terrazza sommitale per svolgere le funzioni di avvistamento. Le cortine murarie presentano altre aperture (feritoie e finestre), dove un tempo erano collocate le cannoniere. Ad ognuno dei due angoli rivolti verso il mare, si trova un posto di guardia a sezione semicircolare, privo di copertura, poggiante su una mensola sporgente a forma di semicono rovesciato. L'accesso al fabbricato avviene attraverso una porta ad arco, che si apre presso il rivellino, sopra la quale si apre una finestra rettangolare; nella parte alta è collocato uno stemma dello Stato dei Presidi. All'interno del complesso sorgeva originariamente anche una polveriera, oltre ai locali adibiti agli alloggi delle guarnigioni militari.

la Rocca Aldobrandesca di Porto Ercole

La Rocca aldobrandesca di Porto Ercole, nota più comunemente come Rocca Spagnola, è una fortificazione costiera situata presso l'omonima località del Monte Argentario; costituiva nei secoli passati uno dei baluardi del sistema difensivo del promontorio. La fortificazione sorse in epoca medievale come possedimento dell'Abbazia delle Tre Fontane di Roma. Nel corso del Duecento divenne proprietà della famiglia Aldobrandeschi che iniziarono ad ampliare la preesistente struttura, conferendo ad essa un aspetto fortificato, tipico di tutte le altre rocche sotto il loro controllo. Con la conquista di Porto Ercole da parte dei Senesi nel corso del Quattrocento e la conseguente annessione alla Repubblica di Siena, la rocca venne ristrutturata ed ulteriormente ampliata, fino ad assumere l'aspetto attuale. Nel 1487, infatti, l'ingegnere militare Francesco di Giorgio Martini effettuò dei lavori che trasformarono la preesistente struttura difensiva medievale in una tipica fortificazione alla moderna, che meglio si adattava alle esigenze difensive dell'epoca. I lavori tardoquattrocenteschi portarono all'aggiunta del fossato attorno alle cortine murarie di cinta e, all'interno del complesso, furono realizzate due nuova strutture turriformi di avvistamento, una cisterna e una cappella. Sempre sotto il dominio senese, furono effettuati altri lavori di riqualificazione nel 1543 su progetto di Anton Maria Lari, che si ispirò ai canoni di Baldassarre Peruzzi: in questa fase furono rafforzate le mura di cinta ed aggiunto il bastione all'angolo rivolto verso il centro storico di Porto Ercole. In questo lungo periodo la rocca costituiva un punto di riferimento per il sistema difensivo del litorale meridionale della Repubblica di Siena, svolgendo funzioni di avvistamento, di difesa e di offesa, oltre a poter comunicare attraverso segnalazioni luminose con il Forte Avvoltojo a ovest, che sorgeva nel luogo del Forte Stella, e con il Forte Sant'Ermo a nord, che sorgeva dove in seguito fu costruito il Forte Filippo. Bastione ovest della roccaNella seconda metà del Cinquecento, l'intera area dell'Argentario entrò a far parte dello Stato dei Presidi e la fortificazione venne integrata nel sistema difensivo del promontorio, nell'ambito del quale svolgeva funzioni di avvistamento, di difesa ed offesa. In questo periodo gli Spagnoli incaricarono l'ingegnere militare Giovanni Camerini come direttore dei lavori per la ristrutturazione della preesistente struttura difensiva, che venne ulteriormente fortificata con il potenziamento del fortilizio esterno bastionato e delle garitte per le sentinelle; furono realizzati anche cunicoli sotterranei attraverso i quali era stata messa in collegamento la struttura difensiva al Palazzo dei Governanti. Nel Settecento furono ristrutturati alcuni edifici architettonici situati all'interno del complesso, tra i quali anche la cappella. In epoca ottocentesca la rocca divenne temporaneamente un avamposto difensivo del Granducato di Toscana, per poi passare definitivamente al Regno d'Italia. Proprio dopo l'Unità d'Italia iniziò la graduale dismissione della struttura militare, mentre nel 1862 fu costruito il faro di Porto Ercole, a pianta circolare, all'angolo della rocca prossimo alla punta del promontorio. Alla fine dell'Ottocento la rocca fu trasformata in carcere, che durante la prima guerra mondiale ospitava i prigionieri nemici. Dopo la seconda guerra mondiale la rocca venne definitivamente chiusa e venduta a privati, che hanno in parte trasformato i fabbricati interni in residenze abitative, mentre altri ambienti sono di proprietà comunale e tra essi vi è la fortezza propriamente detta ove all'interno è stato allestito un museo. Tra il 1954 e il 1956 vi risiedette lo scrittore statunitense Robert Penn Warren, che proprio in quel periodo compose l'opera con la quale vinse il Premio Pulitzer per la poesia. Bastione est della roccaLa Rocca aldobrandesca di Porto Ercole presenta una forma irregolarmente stellata che si adatta all'orografia del promontorio. Nell'insieme, prevalgono gli elementi stilistici ed architettonici rinascimentali e tardocinquecenteschi, che furono conferiti al complesso dai lavori di ristrutturazione ed ampliamento effettuati dai Senesi prima e dagli Spagnoli poi, mentre non rimane oramai più niente del periodo medievale se non alcuni materiali edilizi reimpiegati nelle successive opere di riqualificazione. Esternamente è costituita da un fortilizio costituito da spesse cortine murarie in pietra con basamento a scarpa cordonato, il cui parapetto soprastante racchiude l'area che costituisce il basamento per i vari fabbricati che in passato erano adibiti a funzioni militari. Il fortilizio è costituito da quattro bastioni angolari, dei quali quelli settentrionali presentano una forma pentagonale irregolare, mentre quelli meridionali sono molto più allungati e di forma triangolare, con le garitte che si sono conservati ai rispettivi vertici. Il bastione all'angolo sud-occidentale è a sua volta protetto esternamente da un'altra cortina muraria che si articola a forma trapezoidale racchiudendolo interamente. L'intero fortilizio esterno è protetto, nei punti deboli, da un caratteristico fossato, che in passato garantiva maggiore sicurezza in caso di incursione nemica. Il bastione nord-orientale comprende invece la torre circolare del faro di Porto Ercole che venne realizzato nel 1862. La porta d'ingresso principale alla struttura si apre lungo il lato orientale ed è preceduta da un caratteristico ponte levatoio. La doppia porta si apre ad arco tondo nel notevole spessore della cortina muraria del fortilizio esterno ove è situato il rivellino; sopra l'architrave che sovrasta l'arco è collocato un grande stemma dello Stato dei Presidi, sopra il quale vi è una garitta protettiva dalla quale scendono due lunghe e strette fessure verticali che in passato potenziavano le difese dell'ingresso. Una porta d'ingresso secondaria, anch'essa altrettanto protetta, si apriva lungo le cortine murarie rivolte verso il centro storico di Porto Ercole. All'interno del complesso si trovano i vari fabbricati, gran parte dei quali erano adibiti a funzioni militari. Oltre agli alloggi delle guarnigioni, era presente una polveriera, un presidio di primo soccorso, le due torrette di avvistamento, in larga parte trasformate, e la cappella ad aula unica che si affaccia nella piazza interna.

il Forte delle Saline

Il Forte delle Saline è situato alla foce del fiume Albegna poco distante dal paese di Albinia nel comune di Orbetello in Toscana. Il forte ha una struttura quadrilatera, che ingloba, sul lato rivolto verso il mare, una torre coperta. La torre quadrata fu costruita dai senesi nella seconda metà del XV secolo (se ne conserva un progetto del 1469) a cui nel 1630, per volontà di Filippo IV di Spagna, furono aggiunti un fortino, dei bastioni e un fossato, le cui acque erano alimentate dal vicino fiume, con relativo ponte levatoio, incorporando così il forte nel sistema difensivo realizzato per lo Stato dei Presidii. All'interno si trovavano i magazzini ed una piazza d'arme, abbastanza ampia per contenere una batteria. Il forte era posto in posizione strategica, in quanto da qui si controllavano le vicine saline, lo scalo fluviale, i traffici della via Aurelia ed i passaggi sul tombolo della Giannella. Alla foce dell'Albegna, nel marzo del 1645 sbarcò un corpo di spedizione franco-piemontese, costituito per contendere agli spagnoli il controllo dello Stato dei Presidii. La guarnigione spagnola di stanza nel forte, davanti alle preponderanti forze nemiche, abbandonò il forte senza sparare un colpo, rifugiandosi in Orbetello. Fu sempre da questo forte, che nel luglio dello stesso anno, i franco-piemontesi, sconfitti nei loro propositi, si imbarcarono per tornare in patria. Attualmente è di proprietà pubblica ed è utilizzato come Archivio della Sopraintendenza.

la Torre del Talamonaccio

La Torre di Talamonaccio si trova sull'omonimo promontorio del comune di Orbetello, che chiude a sud il Golfo di Talamone, dominando la Spiaggia di Bengodi. La fortificazione si trova nei pressi di un'area dove sono venuti alla luce numerosi reperti etrusco-romani. Il complesso fortificato sorse in epoca medievale come torre di avvistamento lungo il tratto costiero a sud di Talamone, quando il territorio era ancora controllato dagli Aldobrandeschi. Dopo il passaggio sotto la Repubblica di Siena, nella seconda metà del Cinquecento la struttura passò agli Spagnoli che, dopo aver effettuato lavori di ristrutturazione per ampliarla e fortificarla ulteriormente, la integrarono nel sistema difensivo costiero dello Stato dei Presidii, in modo da poter comunicare, attraverso segnali visivi, con la Rocca di Talamone e col Forte delle Saline. Nella prima metà dell'Ottocento il complesso fu gradualmente dismesso, a seguito dell'annessione dell'intero territorio al Granducato di Toscana; nei decenni successivi fu trasformato in abitazione privata, rimanendo poi addossato ad edifici di epoca più recente. La Torre di Talamonaccio si presenta a pianta quadrangolare, con imponente basamento a scarpa cordonato; sulle pareti intonacate si aprono alcune finestrelle. La parte sommitale, priva di coronamento, presenta ad un angolo, una piccola costruzione in muratura che si eleva oltre l'altezza della torre. Il portoncino d'ingresso, situato ad ovest è costruito in legno protetto da una lamiera irrobustita da grossi chiodi in acciaio a forma di piramide. A destra del portoncino vi è una mattonella color acqua marina con la scritta "Casa che guardi il mare, accogli sempre le persone care e dona loro con sincerità, pace, letizia ed ospitalità". All'interno, l'edificio è costituito da almeno undici vani raggiungibili da un corridoio interno, parte giorno e parte notte, che si richiude su se stesso, formando un quadrato. Al piano terreno, oltre alla cucina, si accede a quattro camere, due bagni e ad una stanzina, che in passato ospitava l'armeria: quest'ultima prende luce dal terrazzo grazie alla finestra di "mattoni" in vetro, e custodisce una collezione di fucili da caccia di vari calibri (dall'8 fino al 24). A destra dell'ingresso, nel corridoio (parte giorno) attaccati alle pareti, fanno bella mostra di se', vecchi fucili ad avancarica e a pietra focaia, elmi, scudi, spade ed altre armi risalenti al periodo romano: tali reperti furono ritrovati nella battaglia del Camporegio situata non distante dal fiume Osa dove attualmente sorge il moderno complesso turistico "Corte dei Butteri". Al mezzanino, è presente la vecchia sala da pranzo con austero caminetto in pietra serena e dalla quale, attraverso una stretta e robusta scaletta a chiocciola in ferro, si raggiunge la parte più alta dell'antica struttura, ossia la torre di avvistamento con parapetto in muratura non orlato, che si eleva sul lato rivolto verso il mare. Dal corridoio attraverso una scala interna, si va al terrazzo (sopra l'armeria) dove ci accoglie la nuova e grande sala da pranzo. In ambedue le sale, magnificamente arredate con vecchi mobili risalenti al Cinquecento, fa intimorire la vista di due grosse teste imbalsamate di cinghiale alloggiate sopra le rispettive porte delle sale da pranzo. Sul lato opposto al mare, la torre è addossata ad una serie di edifici di epoche successive, che presentano alcuni tratti coronati da merlature sommitali.

la Rocca Aldobrandesca di Talamone

La Rocca aldobrandesca di Talamone è un'imponente fortificazione costiera che domina l'omonima località del comune di Orbetello. Situata sul promontorio più meridionale dei Monti dell'Uccellina, domina l'intero tratto costiero fino al promontorio dell'Argentario. La fortificazione medievale sorse verso la metà del Duecento per volontà degli Aldobrandeschi, con funzioni di avvistamento e di difesa sul porto sottostante. Nel corso del secolo successivo, la famiglia Aldobrandeschi concesse ai Senesi una serie di diritti sull'utilizzo del Porto di Talamone che, in cambio, provvederono ad eseguire una serie di lavori di ampliamento e di ulteriore fortificazione alla struttura preesistente; un'ulteriore serie di ristrutturazioni venne portata avanti nella seconda metà del Quattrocento. Nella prima metà del Cinquecento, la rocca subì una serie di devastazioni piratesche. La fortificazione fu definitivamente recuperata nella seconda metà dello stesso secolo, quando la località entrò a far parte dello Stato dei Presidi; la ristrutturazione tardocinquecentesca ha conferito al monumento architettonico l'aspetto attuale. In epoca moderna, la rocca fu il punto di raccolta per i volontari che si imbarcarono a Talamone per la Spedizione dei Mille, a seguito del temportaneo sbarco di Giuseppe Garibaldi. Durante la Seconda guerra mondiale, la fortificazione ha subito alcuni danneggiamenti a cui seguirono opere di restauro che hanno riportato la rocca agli antichi splendori. La Rocca aldobrandesca di Talamone presenta una sezione rettangolare, con quattro torri che si innalzano agli angoli; tre di queste presentano un aspetto molto simile, mentre la torre nord risulta più alta e massiccia rispetto alle altre. Nell'insieme, le pareti della rocca risultano rivestite in pietra. Attorno alla rocca una serie di cortine murarie, facenti parte del circuito delle Mura di Talamone, circondano l'area sui lati che si affacciano verso il mare.

la Torre di Poggio Raso

La Torre di Poggio Raso nota anche come Torre Rivolta, è una torre costiera situata su un promontorio dei Monti dell'Uccellina, a nord di Talamone, nel territorio comunale di Orbetello. La torre fu costruita in un punto strategico per svolgere prevalentemente funzioni di avvistamento lungo la costa dei Monti dell'Uccellina. Originariamente a base quadrangolare, è ipotizzabile una ristrutturazione rinascimentale della fortificazione, più precisamente in epoca quattrocentesca, durante la dominazione senese; a riguardo, tuttavia, non sono anocra stati rintracciati documenti e fonti che provano questa teoria. Sicuramente, in epoca tardocinquecentesca, la torre divenne un avamposto difensivo in prossimità del confine meridionale del Granducato di Toscana. Proprio in questo periodo, i Medici effettuarono lavori di restauro e di riqualificazione della struttura, per renderla più efficiente nello svolgere le proprie funzioni nell'ambito del sistema difensivo costiero. Nell'Ottocento, con la definitiva caduta politica del Granducato di Toscana a seguito dell'Unità d'Italia, la fortificazione andò in rovina e in seguito fu venduta a privati. I lavori di ricostruzione avvenuti in epoche recenti hanno recuperato la torre con base circolare e l'hanno in seguito adibita a struttura ricettiva. Attualmente la Torre di Poggio Raso si presenta a sezione circolare, con strutture murarie quasi interamente rivestite in pietra. La fortificazione si distribuisce su quattro livelli presenta un basamento a scarpa cordonato, dove si aprono la porta di accesso ad arco tondo ribassato e piccole finestre di forma rettangolare. Al di sopra della cordonatura che delimita superiormente il basamento a scarpa, si aprono altre finestrelle rettangolari che si dispongono su due distinti livelli; quello superiore è delimitato, in alto, da un'altra cordonatura che costituisce la base della parte sommitale. La parte alta della torre in passato doveva quasi certamente presentare la terrazza sommitale di avvistamento, dalla quale venivano eventualmente emessi segnali luminosi per comunicare con le torri vicine. Attualmente, si presenta chiusa da grandi finestre delimitate tra loro da alcuni pilastri sui quali poggia il tetto di copertura.

la Torre Bassa

La Torre Bassa è una torre situata nel comune di Magliano in Toscana. La sua ubicazione è all'interno del Parco naturale della Maremma, su una delle propaggini orientali dei Monti dell'Uccellina che guarda verso l'entroterra, nell'area occidentale del territorio comunale. L'intero territorio, comprendente anche la Tenuta di Collecchio e la Torre della Bella Marsilia, era controllato in epoca medievale agli Aldobrandeschi; la Torre Bassa fu costruita nel corso del XII secolo e venne inglobata nel territorio della Contea di Santa Fiora al momento della spartizione del territorio avvenuta nel tardo Duecento. All'inizio del Trecento la zona entrò a far parte del territorio della Repubblica di Siena e la torre divenne di proprietà della famiglia senese dei Marsili, che acquisì i diritti di possesso anche sulla torre e sulla vicina tenuta. Da allora, i Marsili furono i proprietari di questi possedimenti per un lunghissimo periodo, anche dopo la definitiva caduta dello stato senese e l'inglobamento della zona nel territorio amministrato dal Granducato di Toscana nei pressi del confine con lo Stato dei Presidi, lungo periodo storico compreso tra la metà del Cinquecento e gli inizi dell'Ottocento. Soltanto agli inizi del Novecento i beni di proprietà della famiglia senese passarono alla famiglia pistoiese dei Vivarelli Colonna. Dal 2000 di prorietà della Tenuta agricola dell'Uccellina. Attualmente la Torre Bassa si trova in un'area ricoperta dalla macchia mediterranea dove sono visibili i resti di altri edifici, che probabilmente costituivano nei secoli passati il Castello di Collecchio oramai scomparso; dell'antico castello sono visibili i basamenti delle cortine murarie disposte su 4 lati e le basi delle torri angolari. La Torre Bassa era quasi certamente parte integrante dell'antico castello. La fortificazione si presenta a sezione quadrangolare, con base a scarpa e pareti rivestite in pietra munite di alcune feritoie; la parte alta comprende i resti del coronamento, di cui rimangono una serie di caditoie in mattoni, sulle quali trovavano appoggio i muri che delimitavano la terrazza sommitale. La porta di accesso ad arco ribassato si apre sulla parete occidentale, ove era raggiungibile unicamente attraverso una caratteristica rampa di scale esterna con ponte levatoio, ulteriormente protetta da una caditoia della quale rimangono alcuni resti nella parte sommitale della stessa parete.

la Torre della Bella Marsilia

La Torre della Bella Marsilia si trova all'estremità occidentale del territorio comunale di Magliano in Toscana, nel cuore del Parco naturale della Maremma, su una propaggine collinare dei Monti dell'Uccellina che guarda verso l'entroterra. L'intero territorio, comprendente anche la Torre Bassa e la Tenuta di Collecchio, era controllato in epoca medievale dagli Aldobrandeschi, che cedettero poi tutte queste loro proprietà alla famiglia Marsili di Siena. I beni dei Marsili, pur essendo di loro proprietà, erano di fatto sotto la giurisdizione della Repubblica senese durante il lungo periodo rinascimentale. La famiglia mantenne tuttavia il controllo delle tre proprietà per lunghissimo tempo, anche dopo la definitiva caduta politica dello stato senese, quando l'area entrò a far parte del Granducato di Toscana, pur venendosi a trovare nei pressi del confine con lo Stato dei Presidi tra la metà del Cinquecento e gli inizi dell'Ottocento. Soltanto agli inizi del secolo scorso le proprietà che la famiglia Marsili aveva nella zona passarono alla famiglia di origini pistoiesi dei Vivarelli Colonna, che sono anche gli attuali proprietari della torre e dell'intera tenuta. Atuualmente la Torre della Bella Marsilia si presenta a sezione quadrangolare con basamento a scarpa cordonato; sulle pareti esterne, interamente rivestite in pietra, si aprono alcune feritoie e troniere. La porta di accesso, situata al piano rialzato sopra il cordone che delimita in alto il basamento a scarpa, è rimasta isolata a seguito della perdita dell'originaria rampa di scale esterna munita di ponte levatoio ligneo finale, che permetteva di raggiungere quello che era l'unico punto d'ingresso alla torre. La parte sommitale, priva di coronamenti, culmina nei vari punti ad altezze differenti e irregolari, evidenziando i segni del degrado dei secoli scorsi; in passato, vi era probabilmente una caditoia sporgente sul lato in cui si apre la porta d'ingresso, ad ulteriore protezione degli accessi all'edificio turriforme.

la Torre di Cala del Forno

La Torre di Cala di Forno si trova lungo la fascia costiera del comune di Magliano in Toscana, su un promontorio dei Monti dell'Uccellina che chiude a sud-ovest la piccola spiaggia di Cala di Forno. La fortificazione costiera si trova nel parco naturale della Maremma, nei pressi del percorso del sentiero A4. La torre è stata ricostruita per volere dei Medici nella seconda metà del Cinquecento, nel luogo dove sorgeva probabilmente una preesistente struttura medievale, con lo scopo di rafforzare il sistema difensivo del Granducato di Toscana lungo le coste maremmane, che erano spesso soggette ad incursioni piratesche. Dalla sommità, era possibile comunicare a vista con la Torre dell'Uccellina per inviare segnalazioni alle torri situate più a sud e con la Torre di Collelungo per segnalare eventuali pericoli alle torri costiere più settentrionali. Con l'esaurirsi del rischio di invasioni dal mare, la fortificazione fu dismessa dal punto di vista militare, andando così incontro ad un lento ed inesorabile degrado. La Torre di Cala di Forno poggia su un basamento a scarpa e si articola su più livelli; al piano rialzato è presente la porta di accesso che era raggiungibile attraverso una rampa di scale munita di ponte levatoio. La parte sommitale si presenta parzialmente danneggiata a causa dell'incuria subita nei secoli scorsi.

la Torre di Collelungo

La Torre di Collelungo si trova all'estremità meridionale del territorio comunale di Grosseto, su un modesto promontorio che domina l'omonima spiaggia. La torre è raggiungibile attraverso l'itinerario A2 del Parco naturale della Maremma. La fortificazione con funzioni di avvistamento venne fatta costruire dai Senesi in epoca rinascimentale per rafforzare il sistema difensivo costiero lungo uno dei tratti litoranei controllati dalla Repubblica di Siena. La struttura venne distrutta e successivamente ricostruita nella seconda metà del Cinquecento, epoca in cui venne notevolmente rialzata; un ulteriore restauro venne effettuato verso la fine del Settecento quando non esercitava più le originarie funzioni difensive. Il 31 agosto 1847 venne colpita da un fulmine che distrusse i piani superiori dove, in passato, doveva essere presente la polveriera. Negli ultimi anni del secolo scorso un attento restauro ha riportato la torre all'antico splendore, riportando alla luce gran parte degli elementi stilistici tardo cinquecenteschi. La Torre di Collelungo si presenta come un edificio a pianta quadrangolare, disposta su tre livelli, poggiante su un possente basamento a scarpa a forma di piramide tronca, che nella parte superiore termina con una cordonatura che lo mette in continuità con la parte superiore della struttura turriforme. L'accesso alla torre è possibile attraverso una porta rettangolare, che si apre al piano rialzato lungo la parete settentrionale, a cui si giunge attraverso una caratteristica rampa di scale esterna che originariamente culminava con un ponte levatoio successivamente murato. Le strutture murarie sono rivestite in pietra e si caratterizzano per le feritoie e le troniere che si aprono in alcuni punti ad altezze diverse. L'estremità sommitale è coronata da una serie di beccatelli, sui quali probabilmente poggiava originariamente una merlatura perduta, che delimitava la terrazza sommitale dalla quale le sentinelle effettuavano gli avvistamenti.

la Torre di Castel Marino

La Torre di Castel Marino è una torre costiera situata nella parte meridionale del territorio comunale di Grosseto, nel cuore del Parco naturale della Maremma, raggiungibile attraverso l'itinerario A2. La torre si trova su un'altura dalla quale si domina la "Pineta Granducale" e un lungo tratto costiero da Cala di Forno alla foce del fiume Ombrone, con la visuale che si amplia notevolmente nelle giornate terse. Rispetto alla vicina Torre di Collelungo, la fortificazione è situata su una collina di altezza superiore. Costruita in epoca medievale dagli Aldobrandeschi come punto di avvistamento lungo la fascia costiera a sud della città di Grosseto, la torre fu al centro della spartizione dei beni della famiglia al momento della spartizione dei territori tra la Contea di Sovana e la Contea di Santa Fiora. Nel corso del Cinquecento la struttura iniziò a perdere importanza, a seguito della costruzione della vicina Torre di Collelungo, dove si trasferirono tutte le sentinelle impegnate nella sorveglianza di questo tratto costiero. La lenta e inesorabile decadenza si concretizzò con i parziali crolli avvenuti nel corso del Settecento, che portarono in rovina l'antica torre. Negli ultimi decenni del secolo scorso una serie di restauri hanno permesso di salvare ciò che rimaneva dell'originaria fortificazione medievale, salvandola così da ulteriori situazioni di degrado. La Torre di Castel Marino si presenta attualmente sotto forma di rudere, rovinata su due lati. La base a scarpa si caratterizza per la forma a piramide tronca, sopra la quale la sezione diviene quadrata. La muratura, rivestita in pietra, presenta una serie di aperture e i segni che testimoniano, sulla facciata meridionale, l'antico ingresso che doveva essere preceduto da una rampa di scale. La parte sommitale risulta è priva di coronamento.

il Castello di Castiglione della Pescaia

Il Castello di Castiglione della Pescaia si trova sulla vetta del promontorio, nella parte più alta del centro storico medievale, che domina l'omonima località e un vasto tratto della costa maremmana. La fortificazione sorse attorno al X secolo come una semplice torre di avvistamento, fatta erigere dai Pisani che, all'epoca, controllavano questa zona: questa costruzione era denominata inizialmente Torre Pisana. Nel corso dei due secoli successivi furono costruite le altre due torri, mentre le cortine murarie e i corpi di fabbrica tra esse compresi vennero edificati in epoca rinascimentale. L'intero complesso ha subito alcuni interventi di ristrutturazione nei secoli successivi, prima con i Lorena verso la fine del Settecento e, infine, agli inizi del Novecento sotto la direzione dell'architetto Lorenzo Porciatti. Il Castello di Castiglione della Pescaia è costituito da tre torri angolari coronate da merlature sommitali, la più massiccia delle quali è l'originaria Torre Pisana. Il corpo di fabbrica è collocato sul lato occidentale che guarda verso il mare, mentre sugli altri lati l'area del complesso è delimitata da cortine murarie che delimitano un cortile interno. Un'altra cortina muraria, provvista di merli, ha inizio dalla torre sud-occidentale e delimita l'area attorno al lato meridionale del castello. Nei pressi della torre, si apre una porta ad arco che conduce ad una terrazza panoramica.

il Forte delle Rocchette

Il Forte delle Rocchette è una fortificazione costiera situata sull'omonimo promontorio tra Castiglione della Pescaia e Punta Ala. Il complesso venne costruito come torre di avvistamento nel corso del XII secolo, in posizione dominante su un porto all'epoca esistente, nei pressi della perduta pieve di Rocca. Una bolla papale datata 1188 ricorda l'esistenza sia della pieve che della stessa fortificazione costiera, all'epoca denominata Rocca de Campo Albo Nel tardo Duecento, più precisamente nel 1289, il complesso fortificato risultava invece denominato Rocchetta de Capalbi. Nella seconda metà del Cinquecento la struttura difensiva costiera venne notevolmente fortificata per volere di Cosimo I de' Medici, al fine di implementare e rendere maggiormente efficiente il sistema difensivo lungo questo tratto costiero del Granducato di Toscana. Gli interventi di ampliamento e riqualificazione trasformarono di fatto l'originaria torre in un imponente fortificazione: i lavori di riqualificazione terminarono nel 1568. Nella seconda metà del Settecento fu costruita, presso il forte, la Cappella della Madonna del Carmine alle Rocchette, in sostituzione della perduta pieve di epoca medievale. La struttura militare fu dismessa dopo l'annessione al Regno d'Italia, quando venne trasformata in un faro, che rimase attivo fino alla prima metà del secolo scorso, epoca in cui fu decisa la vendita a privati. Un ulteriore intervento di ristrutturazione venne effettuato tra il 1878 ed il 1888, al termine del quale è stato conferito al complesso l'attuale aspetto che lo contraddistingue. Il Forte delle Rocchette è delimitato da una serie di cortine murarie che cingevano fin dal Cinquecento l'area della fortificazione che si articola a pianta poligonale. Nella parte centrale dell'ala settentrionale del complesso si eleva la torre a sezione quadrata, che costituisce l'originaria struttura di epoca medievale, rimasta priva dell'originario coronamento sommitale. I restanti corpi di fabbrica, che si addossano alla struttura turriforme, presentano in vari punti le merlature sommitali, mentre sui lati esterni conservano in vari tratti il basamento a scarpa che conferisce al complesso l'aspetto fortificato. L'accesso è possibile attraverso una porta ad arco a tutto sesto.

il Castello di Punta Ala

Il Castello di Punta Ala, noto anche come Torre di Troia Nuova, si trova alla sommità del promontorio che domina, da sud-est, l'omonima località del comune di Castiglione della Pescaia. La fortificazione fu fatta costruire attorno alla metà del Cinquecento, più precisamente tra il 1562 e il 1563, da Cosimo I de' Medici per difendere il tratto costiero del Granducato di Toscana da eventuali minacce via mare. Il complesso difensivo sorse come torre, e fu all'epoca chiamata Torre di Troia Nuova per distinguerla dalla vicina Torre di Troia Vecchia che si trovava sull'Isolotto dello Sparviero situato di fronte alla linea di costa. La costruzione si trovava non lontano dal confine con il Principato di Piombino, nella cui giurisdizione rientrava, invece, la vicina Torre Hidalgo e la medesima Torre degli Appiani sull'Isolotto dello Sparviero, situato proprio di fronte a questo tratto di costa. Nel 1707 vi fu costruita la cappella di Sant'Antonio. L'edificio venne ristrutturato profondamente dai Lorena nella seconda metà del Settecento: nel 1788 il complesso difensivo assunse l'attuale aspetto di castello che lo contraddistingue. Nel corso del secolo successivo la fortificazione costiera fu trasformata in abitazione privata e, nel 1932, divenne la residenza di Italo Balbo. Il Castello di Punta Ala sorge su un baluardo poligonale racchiuso da cortine murarie. Il complesso si sviluppa lungo una planimetria ad U, sulla quale si articola il corpo di fabbrica principale disposto su due livelli, con un possente basamento a scarpa in pietra con bugne angolari. Il corpo di fabbrica principale, sviluppandosi ad U, si articola attorno alla torre centrale a sezione quadrata, che costituisce la primitiva struttura difensiva costiera. La torre presenta un'altezza maggiore rispetto al rimanente complesso, con il portale d'ingresso rettangolare architravato e modanato che si apre al piano rialzato ed è preceduto da una lunga e caratteristica rampa di scale esterna, che originariamente culminava con un ponte levatoio di sicurezza. La parte alta della torre, che originariamente presentava una merlatura sommitale che delimitava un ballatoio coperto da un tetto a quattro fornici, è stata modificata durante i lavori di ristrutturazione del primo Novecento, quando venne realizzata una terrazza al posto dell'originario ballatoio, che è rimasta delimitata esternamente dai alcuni merli sommitali modificati. Dal castello era possibile comunicare con la Torre Hidalgo a nord-ovest, con la Torre di Cala Galera a sud-est e con la Torre degli Appiani sull'Isolotto dello Sparviero, tutte quante ancora oggi ben visibili dalla sommità della torre.

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