Fortificazioni Costiere della Maremma
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le Fortificazioni Costiere
Le Fortificazioni costiere della Maremma Grossetana furono costruite, a partire dal IX-X secolo, per poter difendere l'intero litorale dell'attuale provincia di Grosseto.
Le prime fortificazioni furono costruite dai Pisani, dai Senesi e dalla famiglia Aldobrandeschi (a capo dei territori della Contea di Sovana e della Contea di Santa Fiora), in posizioni strategiche per svolgere funzioni divensive ed offensive, o semplici attività di avvistamento, al fine di prevenire possibili incursioni piratesche.
Dal Cinquecento in poi, furono realizzate nuove torri e fortificazioni, con l'intento di migliorare ulteriormente il preesistente sistema difensivo. Proprio in quest'epoca, l'attuale territorio costiero della provincia di Grosseto si ritrovò suddiviso in tre distinti stati: l'estremità settentrionale apparteneva al Principato di Piombino, l'area meridionale che comprendeva gli attuali comuni di Orbetello e Monte Argentario allo Stato dei Presidi, mentre tutto il rimanente territorio era amministrato dal Granducato di Toscana.
Tra la seconda metà del Cinquecento e il secolo successivo, fu notevolmente implementato dagli Spagnoli il sistema difensivo costiero dello Stato dei Presidi, con la riqualificazione delle preesistenti strutture e la costruzione di numerose nuove fortificazioni.
la Torre del Lazzaretto
la Torre del Saraceno
la Torre del Campese
la Fortezza Spagnola di Porto Santo Stefano

Torre Lividonia
La Torre di Lividonia si trova nella parte occidentale dell'abitato di Porto Santo Stefano, all'estremità nord-occidentale del promontorio dell'Argentario, lungo la strada panoramica costiera.
La torre costiera fu fatta costruire dagli Spagnoli nella seconda metà del Cinquecento per implementare il sistema difensivo dello Stato dei Presidii, con funzioni di avvistamento verso nord e verso ovest. Tuttavia, il progetto per la realizzazione della torre è da attribuire all'ingegnere militare Francesco De Marchi, che ebbe l'incarico conferitogli nel 1548 dal governo della Repubblica di Siena, proprio negli ultimi anni in cui l'intero territorio era controllato dai Senesi.
La fortificazione ha svolto funzioni militari fino ai primi decenni dell'Ottocento, quando è iniziata la progressiva dismissione a seguito dell'annessione dell'intero territorio al Granducato di Toscana.
In epoca ottocentesca la torre subì una incursione piratesca nel 1814 e, alcuni anni dopo, ci fu un progetto per la realizzazione di un faro proprio presso la preesistente struttura difensiva costiera, che però non venne mai attuato. Nel 1867, dopo essere stata completamente dismessa dalle originarie funzioni militari, la torre fu venduta a privati e, durante il secolo scorso, si è ritrovata addossata a nuovi edifici abitativi.
Recenti restauri hanno permesso di riportare la torre all'antico splendore, grazie anche all'ottimo stato di conservazione in cui si è sempre mantenuta.
[modifica] Aspetto attuale
La Torre di Lividonia si presenta come una struttura architettonica a pianta quadrangolare, disposta su tre livelli, con un basamento a scarpa cordonato sul quale poggia la parte superiore dell'edificio turriforme. L'originaria porta d'ingresso rettangolare modanata si apre al primo piano, sopra il cui architrave è collocato uno stemma gentilizio; alla porta si giunge attraverso una rampa di scale esterna.Le pareti esterne alternano tratti rivestiti in pietra a tratti scialbati, con una serie di feritoie che si aprono ad altezze diverse e due finestre (una per ciascun livello superiore) che si aprono sulla parete cha si affaccia in direzione del mare.
La parte alta della torre risulta priva di coronamenti sommitali, con una terrazza che in passato era utilizzata dalle sentinelle per le funzioni di avvistamento; sul lato in cui si apre la porta d'ingresso era originariamente presente una caditoia, della quale rimane solo una struttura muraria sopraelevata, che garantiva maggiori condizioni di sicurezza nel controllare gli accessi alla struttura difensiva.
la Torre di Cala Grande
la Torre della Cacciarella
La Torre della Cacciarella è una torre costiera situata nel comune di Monte Argentario, lungo il tratto costiero occidentale del promontorio dell'Argentario.
La torre fu costruita poco dopo la metà del Cinquecento dagli Spagnoli, quando oramai l'intero territorio apparteneva allo Stato dei Presidii.
Poco dopo la sua costruzione, la struttura difensiva costiera subì un tentativo di assalto condotto dal pirata Aydin Rais, che però venne contenuto dalle guarnigioni che vi prestavano servizio.
La struttura conservò praticamente intatti gli originari elementi architettonici fino all'Ottocento, epoca in cui furono effettuati alcuni interventi di ristrutturazione, che culminarono nel 1825 con la costruzione di una cappella annessa e di un'altra struttura con funzioni di avvistamento. Il complesso difensivo venne abbandonato alla fine del medesimo secolo a seguito della sua dismissione.
Aspetto attuale [modifica]La Torre della Cacciarella sorge in posizione dominante su un promontorio che domina l'omonima cala sottostante, all'interno di una vasta proprietà privata.
La struttura difensiva costiera, parzialmente crollata a seguito del lungo periodo di degrado conseguente al suo abbandono, conserva unicamente l'originario basamento a scarpa a sezione quadrata, con mura massicce rivestite in pietra, ove si apre al pian terreno un'apertura ad arco tondo, preceduta da una coppia di gradini, che in passato costituiva un accesso secondario alla torre. L'ingresso principale si trovava infatti al piano rialzato ed era raggiungibile attraverso una perduta rampa di scale che culminava con un ponte levatoio.
Attorno al rudere, sono presenti resti di cortine murarie che cingevano originariamente la torre costiera.
la Torre di Cala Moresca
la Torre di Capo d'Uomo
la Torre delle Cannelle
La Torre delle Cannelle è una torre costiera situata a Monte Argentario, in posizione a picco sul mare lungo la sponda sud-occidentale del promontorio dell'Argentario, raggiungibile dalla strada panoramica litoranea.
Costruita su progetto dell'architetto Francesco di Giorgio Martini in epoca rinascimentale, più precisamente durante il Quattrocento, la torre sorse come luogo con funzioni di avvistamento e di difesa attiva e passiva lungo il tratto litoraneo meridionale della Repubblica di Siena.
La struttura difensiva costiera fu ulteriormente rafforzata dagli Spagnoli nella seconda metà del Cinquecento, con lo scopo di farla diventare uno dei punti inespugnabile all'interno del sistema difensivo costiero dello Stato dei Presidii, visto il precedente di un'incursione piratesca che ebbe come obiettivo proprio questa torre nel 1514.
La torre svolse le sue funzioni militari, con compiti di difesa e di avvistamento, fino alla fine dell'Ottocento, dopo essere diventata temporaneamente un presidio napoleonico all'inizio dei quel secolo, ed essere successivamente passata al Granducato di Toscana, sotto la cui amministrazione vennero migliorate alcune strutture preesistenti. La decisione della definitiva dismissione avvenne quando oramai era già stata raggiunta l'Unità d'Italia e venne riorganizzato il sistema difensivo lungo la costa del promontorio dell'Argentario. In seguito, la torre venne venduta a privati.
Aspetto attuale [modifica]La Torre delle Cannelle si presenta a pianta esagonale (unica torre costiera toscana con tale planimetria), disposta su tre livelli, poggiante su un possente ed alto basamento a scarpa cordonato.
Le strutture murarie, che in alcuni punti superano lo spessore di 3 metri, si presentano esternamente prevalentemente scialbate. La parte alta presenta un tratto coronato da archetti ciechi e mensole su cui trova appoggio il muro protettivo della terrazza sommitale. Di epoca relativamente recente è il seminterrato che è stato ricavato all'interno dell'edificio turriforme, nello spazio racchiuso dal basamento a scarpa.
La torre è circondata quasi interamente da un ampio fortilizio a pianta poligonale irregolare, delimitato da alte e spesse cortine murarie, sul cui lato che guarda verso terra è presente un edificio annesso che originariamente ospitava gli alloggi della guarnigione. La costruzione del fortilizio, che presenta sul lato rivolto verso terra due vertici basionati, risale agli interventi di rafforzamento effettuati dagli Spagnoli nella seconda metà del Cinquecento; di epoca successiva risulta invece il fabbricato incorporato, la cui esistenza è accertata per la prima volta attorno alla metà dell'Ottocento.
Torre Ciana
La Torre Ciana si trova all'estremità meridionale del Monte Argentario, sulle pendici di un promontorio situato alcuni chilometri a ovest rispetto alla non lontana Torre Avvoltore, raggiungibile attraverso la strada panoramica costiera.
La struttura difensiva costiera fu costruita dai Senesi nel corso del Quattrocento, probabilmente su progetto di Francesco di Giorgio Martini, per rafforzare il sistema difensivo lungo il tratto litoraneo meridionale del territorio della Repubblica di Siena. La torre era stata infatti realizzata su un promontorio con funzioni di avvistamento e di difesa attiva e passiva lungo il tratto costiero meridionale dell'Argentario.
Nella seconda metà del Cinquecento, la torre divenne uno dei punti di riferimento per il sistema difensivo dello Stato dei Presidii; in questo periodo la struttura venne ulteriormente fortificata dagli Spagnoli al fin di migliorarne la funzionalità.
La torre subì gravi danneggiamenti a seguito di una violenta incursione piratesca avvenuta poco prima della metà del Settecento, più precisamente nel 1740. Dopo aver ripreso le sue funzioni, divenne un temporaneo presidio napoleonico agli inizi dell'Ottocento, per poi passare in seguito nel territorio amministrato dal Granducato di Toscana.
Definitivamente dismessa dopo l'Unità d'Italia, nel 1877 fu venduta a privati.
La Torre Ciana si presenta come una struttura architettonica a pianta circolare, disposta su tre livelli, con un possente basamento a scarpa cordonato sul quale trova appoggio la parte superiore dell'edificio turriforme.
Le pareti esterne si presentano con alcuni tratti rivestiti in pietra ed altri con intonaco scialbato; in alcuni punti si aprono feritoie e piccole finestre da cui venivano svolte, in caso di necessità, le funzioni di difesa attiva.
La porta di accesso è situata al piano rialzato, sopra il cordone del basamento a scarpa, ma è rimasta isolata a seguito della scomparsa dell'originaria rampa di scale esterna che vi conduceva; la parte alta, priva di coronamento, presenta i segni del degrado e dell'abbandono dell'ultimo secolo, pur essendo visibili i resti di mensole sporgenti che costituivano l'appoggio per l'originario coronamento sommitale.
La torre è circondata dai resti delle cortine murarie che cingevano il fortilizio eretto dagli Spagnoli nella seconda metà del Cinquecento, dai quali è possibile identificare la pianta trapezoidale che lo caratterizzava, addossandosi con il lato corto alla parete esterna della torre rivolta verso terra.
la Torre Dell'Avvoltore
la Torre dell'Argentiera

il Forte Stella
il Forte Filippo
il Forte Santa Caterina
la Rocca Aldobrandesca di Porto Ercole
il Forte delle Saline
Il Forte delle Saline è situato alla foce del fiume Albegna poco distante dal paese di Albinia nel comune di Orbetello in Toscana. Il forte ha una struttura quadrilatera, che ingloba, sul lato rivolto verso il mare, una torre coperta.
La torre quadrata fu costruita dai senesi nella seconda metà del XV secolo (se ne conserva un progetto del 1469) a cui nel 1630, per volontà di Filippo IV di Spagna, furono aggiunti un fortino, dei bastioni e un fossato, le cui acque erano alimentate dal vicino fiume, con relativo ponte levatoio, incorporando così il forte nel sistema difensivo realizzato per lo Stato dei Presidii. All'interno si trovavano i magazzini ed una piazza d'arme, abbastanza ampia per contenere una batteria.
Il forte era posto in posizione strategica, in quanto da qui si controllavano le vicine saline, lo scalo fluviale, i traffici della via Aurelia ed i passaggi sul tombolo della Giannella.
Alla foce dell'Albegna, nel marzo del 1645 sbarcò un corpo di spedizione franco-piemontese, costituito per contendere agli spagnoli il controllo dello Stato dei Presidii. La guarnigione spagnola di stanza nel forte, davanti alle preponderanti forze nemiche, abbandonò il forte senza sparare un colpo, rifugiandosi in Orbetello. Fu sempre da questo forte, che nel luglio dello stesso anno, i franco-piemontesi, sconfitti nei loro propositi, si imbarcarono per tornare in patria.
Attualmente è di proprietà pubblica ed è utilizzato come Archivio della Sopraintendenza.
la Torre del Talamonaccio
La Torre di Talamonaccio si trova sull'omonimo promontorio del comune di Orbetello, che chiude a sud il Golfo di Talamone, dominando la Spiaggia di Bengodi. La fortificazione si trova nei pressi di un'area dove sono venuti alla luce numerosi reperti etrusco-romani.
Il complesso fortificato sorse in epoca medievale come torre di avvistamento lungo il tratto costiero a sud di Talamone, quando il territorio era ancora controllato dagli Aldobrandeschi.
Dopo il passaggio sotto la Repubblica di Siena, nella seconda metà del Cinquecento la struttura passò agli Spagnoli che, dopo aver effettuato lavori di ristrutturazione per ampliarla e fortificarla ulteriormente, la integrarono nel sistema difensivo costiero dello Stato dei Presidii, in modo da poter comunicare, attraverso segnali visivi, con la Rocca di Talamone e col Forte delle Saline.
Nella prima metà dell'Ottocento il complesso fu gradualmente dismesso, a seguito dell'annessione dell'intero territorio al Granducato di Toscana; nei decenni successivi fu trasformato in abitazione privata, rimanendo poi addossato ad edifici di epoca più recente.
La Torre di Talamonaccio si presenta a pianta quadrangolare, con imponente basamento a scarpa cordonato; sulle pareti intonacate si aprono alcune finestrelle. La parte sommitale, priva di coronamento, presenta ad un angolo, una piccola costruzione in muratura che si eleva oltre l'altezza della torre.
Il portoncino d'ingresso, situato ad ovest è costruito in legno protetto da una lamiera irrobustita da grossi chiodi in acciaio a forma di piramide. A destra del portoncino vi è una mattonella color acqua marina con la scritta "Casa che guardi il mare, accogli sempre le persone care e dona loro con sincerità, pace, letizia ed ospitalità". All'interno, l'edificio è costituito da almeno undici vani raggiungibili da un corridoio interno, parte giorno e parte notte, che si richiude su se stesso, formando un quadrato.
Al piano terreno, oltre alla cucina, si accede a quattro camere, due bagni e ad una stanzina, che in passato ospitava l'armeria: quest'ultima prende luce dal terrazzo grazie alla finestra di "mattoni" in vetro, e custodisce una collezione di fucili da caccia di vari calibri (dall'8 fino al 24). A destra dell'ingresso, nel corridoio (parte giorno) attaccati alle pareti, fanno bella mostra di se', vecchi fucili ad avancarica e a pietra focaia, elmi, scudi, spade ed altre armi risalenti al periodo romano: tali reperti furono ritrovati nella battaglia del Camporegio situata non distante dal fiume Osa dove attualmente sorge il moderno complesso turistico "Corte dei Butteri". Al mezzanino, è presente la vecchia sala da pranzo con austero caminetto in pietra serena e dalla quale, attraverso una stretta e robusta scaletta a chiocciola in ferro, si raggiunge la parte più alta dell'antica struttura, ossia la torre di avvistamento con parapetto in muratura non orlato, che si eleva sul lato rivolto verso il mare.
Dal corridoio attraverso una scala interna, si va al terrazzo (sopra l'armeria) dove ci accoglie la nuova e grande sala da pranzo. In ambedue le sale, magnificamente arredate con vecchi mobili risalenti al Cinquecento, fa intimorire la vista di due grosse teste imbalsamate di cinghiale alloggiate sopra le rispettive porte delle sale da pranzo.
Sul lato opposto al mare, la torre è addossata ad una serie di edifici di epoche successive, che presentano alcuni tratti coronati da merlature sommitali.
la Rocca Aldobrandesca di Talamone
la Torre di Poggio Raso
La Torre di Poggio Raso nota anche come Torre Rivolta, è una torre costiera situata su un promontorio dei Monti dell'Uccellina, a nord di Talamone, nel territorio comunale di Orbetello.
La torre fu costruita in un punto strategico per svolgere prevalentemente funzioni di avvistamento lungo la costa dei Monti dell'Uccellina.
Originariamente a base quadrangolare, è ipotizzabile una ristrutturazione rinascimentale della fortificazione, più precisamente in epoca quattrocentesca, durante la dominazione senese; a riguardo, tuttavia, non sono anocra stati rintracciati documenti e fonti che provano questa teoria.
Sicuramente, in epoca tardocinquecentesca, la torre divenne un avamposto difensivo in prossimità del confine meridionale del Granducato di Toscana. Proprio in questo periodo, i Medici effettuarono lavori di restauro e di riqualificazione della struttura, per renderla più efficiente nello svolgere le proprie funzioni nell'ambito del sistema difensivo costiero.
Nell'Ottocento, con la definitiva caduta politica del Granducato di Toscana a seguito dell'Unità d'Italia, la fortificazione andò in rovina e in seguito fu venduta a privati. I lavori di ricostruzione avvenuti in epoche recenti hanno recuperato la torre con base circolare e l'hanno in seguito adibita a struttura ricettiva.
Attualmente la Torre di Poggio Raso si presenta a sezione circolare, con strutture murarie quasi interamente rivestite in pietra.
La fortificazione si distribuisce su quattro livelli presenta un basamento a scarpa cordonato, dove si aprono la porta di accesso ad arco tondo ribassato e piccole finestre di forma rettangolare.
Al di sopra della cordonatura che delimita superiormente il basamento a scarpa, si aprono altre finestrelle rettangolari che si dispongono su due distinti livelli; quello superiore è delimitato, in alto, da un'altra cordonatura che costituisce la base della parte sommitale.
La parte alta della torre in passato doveva quasi certamente presentare la terrazza sommitale di avvistamento, dalla quale venivano eventualmente emessi segnali luminosi per comunicare con le torri vicine. Attualmente, si presenta chiusa da grandi finestre delimitate tra loro da alcuni pilastri sui quali poggia il tetto di copertura.
la Torre Bassa
La Torre Bassa è una torre situata nel comune di Magliano in Toscana. La sua ubicazione è all'interno del Parco naturale della Maremma, su una delle propaggini orientali dei Monti dell'Uccellina che guarda verso l'entroterra, nell'area occidentale del territorio comunale.
L'intero territorio, comprendente anche la Tenuta di Collecchio e la Torre della Bella Marsilia, era controllato in epoca medievale agli Aldobrandeschi; la Torre Bassa fu costruita nel corso del XII secolo e venne inglobata nel territorio della Contea di Santa Fiora al momento della spartizione del territorio avvenuta nel tardo Duecento.
All'inizio del Trecento la zona entrò a far parte del territorio della Repubblica di Siena e la torre divenne di proprietà della famiglia senese dei Marsili, che acquisì i diritti di possesso anche sulla torre e sulla vicina tenuta.
Da allora, i Marsili furono i proprietari di questi possedimenti per un lunghissimo periodo, anche dopo la definitiva caduta dello stato senese e l'inglobamento della zona nel territorio amministrato dal Granducato di Toscana nei pressi del confine con lo Stato dei Presidi, lungo periodo storico compreso tra la metà del Cinquecento e gli inizi dell'Ottocento.
Soltanto agli inizi del Novecento i beni di proprietà della famiglia senese passarono alla famiglia pistoiese dei Vivarelli Colonna. Dal 2000 di prorietà della Tenuta agricola dell'Uccellina.
Attualmente la Torre Bassa si trova in un'area ricoperta dalla macchia mediterranea dove sono visibili i resti di altri edifici, che probabilmente costituivano nei secoli passati il Castello di Collecchio oramai scomparso; dell'antico castello sono visibili i basamenti delle cortine murarie disposte su 4 lati e le basi delle torri angolari. La Torre Bassa era quasi certamente parte integrante dell'antico castello.
La fortificazione si presenta a sezione quadrangolare, con base a scarpa e pareti rivestite in pietra munite di alcune feritoie; la parte alta comprende i resti del coronamento, di cui rimangono una serie di caditoie in mattoni, sulle quali trovavano appoggio i muri che delimitavano la terrazza sommitale.
La porta di accesso ad arco ribassato si apre sulla parete occidentale, ove era raggiungibile unicamente attraverso una caratteristica rampa di scale esterna con ponte levatoio, ulteriormente protetta da una caditoia della quale rimangono alcuni resti nella parte sommitale della stessa parete.
la Torre della Bella Marsilia
La Torre della Bella Marsilia si trova all'estremità occidentale del territorio comunale di Magliano in Toscana, nel cuore del Parco naturale della Maremma, su una propaggine collinare dei Monti dell'Uccellina che guarda verso l'entroterra.
L'intero territorio, comprendente anche la Torre Bassa e la Tenuta di Collecchio, era controllato in epoca medievale dagli Aldobrandeschi, che cedettero poi tutte queste loro proprietà alla famiglia Marsili di Siena.
I beni dei Marsili, pur essendo di loro proprietà, erano di fatto sotto la giurisdizione della Repubblica senese durante il lungo periodo rinascimentale. La famiglia mantenne tuttavia il controllo delle tre proprietà per lunghissimo tempo, anche dopo la definitiva caduta politica dello stato senese, quando l'area entrò a far parte del Granducato di Toscana, pur venendosi a trovare nei pressi del confine con lo Stato dei Presidi tra la metà del Cinquecento e gli inizi dell'Ottocento.
Soltanto agli inizi del secolo scorso le proprietà che la famiglia Marsili aveva nella zona passarono alla famiglia di origini pistoiesi dei Vivarelli Colonna, che sono anche gli attuali proprietari della torre e dell'intera tenuta.
Atuualmente la Torre della Bella Marsilia si presenta a sezione quadrangolare con basamento a scarpa cordonato; sulle pareti esterne, interamente rivestite in pietra, si aprono alcune feritoie e troniere.
La porta di accesso, situata al piano rialzato sopra il cordone che delimita in alto il basamento a scarpa, è rimasta isolata a seguito della perdita dell'originaria rampa di scale esterna munita di ponte levatoio ligneo finale, che permetteva di raggiungere quello che era l'unico punto d'ingresso alla torre.
La parte sommitale, priva di coronamenti, culmina nei vari punti ad altezze differenti e irregolari, evidenziando i segni del degrado dei secoli scorsi; in passato, vi era probabilmente una caditoia sporgente sul lato in cui si apre la porta d'ingresso, ad ulteriore protezione degli accessi all'edificio turriforme.
la Torre di Cala del Forno
la Torre di Collelungo
la Torre di Castel Marino
il Castello di Castiglione della Pescaia
il Forte delle Rocchette
Il Forte delle Rocchette è una fortificazione costiera situata sull'omonimo promontorio tra Castiglione della Pescaia e Punta Ala.
Il complesso venne costruito come torre di avvistamento nel corso del XII secolo, in posizione dominante su un porto all'epoca esistente, nei pressi della perduta pieve di Rocca. Una bolla papale datata 1188 ricorda l'esistenza sia della pieve che della stessa fortificazione costiera, all'epoca denominata Rocca de Campo Albo
Nel tardo Duecento, più precisamente nel 1289, il complesso fortificato risultava invece denominato Rocchetta de Capalbi.
Nella seconda metà del Cinquecento la struttura difensiva costiera venne notevolmente fortificata per volere di Cosimo I de' Medici, al fine di implementare e rendere maggiormente efficiente il sistema difensivo lungo questo tratto costiero del Granducato di Toscana. Gli interventi di ampliamento e riqualificazione trasformarono di fatto l'originaria torre in un imponente fortificazione: i lavori di riqualificazione terminarono nel 1568.
Nella seconda metà del Settecento fu costruita, presso il forte, la Cappella della Madonna del Carmine alle Rocchette, in sostituzione della perduta pieve di epoca medievale.
La struttura militare fu dismessa dopo l'annessione al Regno d'Italia, quando venne trasformata in un faro, che rimase attivo fino alla prima metà del secolo scorso, epoca in cui fu decisa la vendita a privati.
Un ulteriore intervento di ristrutturazione venne effettuato tra il 1878 ed il 1888, al termine del quale è stato conferito al complesso l'attuale aspetto che lo contraddistingue.
Il Forte delle Rocchette è delimitato da una serie di cortine murarie che cingevano fin dal Cinquecento l'area della fortificazione che si articola a pianta poligonale.
Nella parte centrale dell'ala settentrionale del complesso si eleva la torre a sezione quadrata, che costituisce l'originaria struttura di epoca medievale, rimasta priva dell'originario coronamento sommitale. I restanti corpi di fabbrica, che si addossano alla struttura turriforme, presentano in vari punti le merlature sommitali, mentre sui lati esterni conservano in vari tratti il basamento a scarpa che conferisce al complesso l'aspetto fortificato. L'accesso è possibile attraverso una porta ad arco a tutto sesto.
il Castello di Punta Ala
Il Castello di Punta Ala, noto anche come Torre di Troia Nuova, si trova alla sommità del promontorio che domina, da sud-est, l'omonima località del comune di Castiglione della Pescaia.
La fortificazione fu fatta costruire attorno alla metà del Cinquecento, più precisamente tra il 1562 e il 1563, da Cosimo I de' Medici per difendere il tratto costiero del Granducato di Toscana da eventuali minacce via mare. Il complesso difensivo sorse come torre, e fu all'epoca chiamata Torre di Troia Nuova per distinguerla dalla vicina Torre di Troia Vecchia che si trovava sull'Isolotto dello Sparviero situato di fronte alla linea di costa.
La costruzione si trovava non lontano dal confine con il Principato di Piombino, nella cui giurisdizione rientrava, invece, la vicina Torre Hidalgo e la medesima Torre degli Appiani sull'Isolotto dello Sparviero, situato proprio di fronte a questo tratto di costa.
Nel 1707 vi fu costruita la cappella di Sant'Antonio.
L'edificio venne ristrutturato profondamente dai Lorena nella seconda metà del Settecento: nel 1788 il complesso difensivo assunse l'attuale aspetto di castello che lo contraddistingue.
Nel corso del secolo successivo la fortificazione costiera fu trasformata in abitazione privata e, nel 1932, divenne la residenza di Italo Balbo.
Il Castello di Punta Ala sorge su un baluardo poligonale racchiuso da cortine murarie. Il complesso si sviluppa lungo una planimetria ad U, sulla quale si articola il corpo di fabbrica principale disposto su due livelli, con un possente basamento a scarpa in pietra con bugne angolari. Il corpo di fabbrica principale, sviluppandosi ad U, si articola attorno alla torre centrale a sezione quadrata, che costituisce la primitiva struttura difensiva costiera.
La torre presenta un'altezza maggiore rispetto al rimanente complesso, con il portale d'ingresso rettangolare architravato e modanato che si apre al piano rialzato ed è preceduto da una lunga e caratteristica rampa di scale esterna, che originariamente culminava con un ponte levatoio di sicurezza. La parte alta della torre, che originariamente presentava una merlatura sommitale che delimitava un ballatoio coperto da un tetto a quattro fornici, è stata modificata durante i lavori di ristrutturazione del primo Novecento, quando venne realizzata una terrazza al posto dell'originario ballatoio, che è rimasta delimitata esternamente dai alcuni merli sommitali modificati.
Dal castello era possibile comunicare con la Torre Hidalgo a nord-ovest, con la Torre di Cala Galera a sud-est e con la Torre degli Appiani sull'Isolotto dello Sparviero, tutte quante ancora oggi ben visibili dalla sommità della torre.